SAN PELLEGRINO IN ALPE. Ancora un diavolo al centro delle storie e delle leggende popolari con l’eterna lotta tra il bene e il male.
Una delle più note è ambientata nell’alta Garfagnana a San Pellegrino in Alpe, dove “la vallata scende fra boschi e prati, segnata da sentieri tortuosi, rigata da torrenti chiari.
Ma alzando gli occhi già attoniti e stupiti per quella dolcezza, ecco altissime all’estremo orizzonte, in un gran cerchio che lo ricinge tutto, erte, aguzze, nitide contro il cielo così trasparente che quasi non pare, azzurre e già un po’ rosate nelle cime, ecco apparir le Apuane”.
Ed è la limpida e chiara la prosa dello scrittore Giuseppe Lipparini, particolarmente legato ai monti dell’Appenino tosco-emiliano, che scrive de Il Santo che abitava in un faggio, uno dei racconti de Il Lume a Petrolio e altri diporti pubblicato nel 1942.
San Pellegrino in Alpe |
Bella è la gita, e continuamente varia di panorami, attraverso boschi e campagne ridenti.
Si passava allora, prima di giungere al Santuario, dal Giro del Diavolo; e su quella gran mora di sassi gettavamo il nostro sasso anche noi.
Gli eruditi hanno indagata sapientemente la storia del Santuario, e studiata la leggenda del santo Pellegrino, che, figlio di un re di Scozia, errò il mondo, seicento anni dopo nostro Signor Gesù Cristo, sino all’Oriente barbaro dove convertì alla vera fede il Soldano, finché una voce divina e una stella lo guidarono sull’Alpe dove egli visse da eremita e dove quasi centenario morì.
Il suo ricovero sull’Alpe era il cavo di un faggio gigantesco:
Appresso il bosco di cerri fornito;
Dentro di quella il santo si riposa…
Alcune penitenti al Giro del Diavolo |
Un giorno, mentre
Pellegrino pregava, il demonio lo percosse, con uno schiaffo così
potente che lo fece tre volte girare su se stesso.
E in quel luogo, per
penitenza, i devoti vengono, caricati di una grossa pietra; e tre
volte girano attorno al mucchio, e vi lanciano ognuno il lor sasso.
È questo dunque il Giro
del Diavolo.»
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