Alla ricerca di un’Italia che resiste tra montagne che
muoiono e risorgono ogni tanto dall’abisso. Piccoli paesi di una
bellezza unica e, tra quelli visitati dall’autore, c’è anche
Cutigliano
MONTAGNA PISTOIESE. Non ci si capita per caso in
Appennino.
No, non si finisce per caso in quei piccoli borghi arroccati sui
monti che si vedono sfrecciando lungo l’Autostrada del Sole.
Sono piccoli paesi, luoghi di seconde case, vecchie abitazioni
ereditate da parenti e ormai popolate solo d’estate.
Posti dove si torna per dare forme, odori e colori ai racconti dei
nonni. Nicelli, Cutigliano, Balze, Magliano De’ Marsi, Grumento
Nova, Mammola, Serra Pedace…
Si potrebbe continuare all’infinito senza che nessuno riconosca
un nome.
È questa la bellezza dell’Appennino. Sono montagne che muoiono
e risorgono ogni tanto dall’abisso.
Tremano e per un attimo stanno sulla bocca di tutti per poi
ricadere nel dimenticatoio dove finiscono le specificità italiane.
E sono proprio quelle specificità, le note carismatiche di quelle
montagne e di quei piccoli borghi, a spingere Gian Luca Gasca a
imbarcarsi in un viaggio dal Colle di Cadibona ai Monti Nebrodi lungo
oltre 2000 km attraverso la spina dorsale di un’Italia abbandonata
dal turismo, alla ricerca di un Appennino che resiste.
SCHEDA
Titolo: Mi sono perso in Appennino
Collana: Altri
Viaggi
Autore: Gian Luca Gasca
Casa editrice:
Ediciclo Editore, Portoguaro (Ve)
Formato: 14x17
cm
Rilegatura: Brossura
Isbn:
9788865492543
Pagine: 228
Data: marzo
2018
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