martedì 19 febbraio 2019

PRACCHIA-PIEVEPELAGO, CON GLI “AUTOBUS” DEGLI ANNI ‘30

Un vero e proprio viaggio che durava sei ore sulla strada postale regia modenese ancora impolverata

Pracchia anni ‘20
PRACCHIA-PIEVEPELAGO. Nel 1930 iniziarono a diffondersi i primi servizi di trasporto passeggeri con autovetture.

Anche la Montagna Pistoiese aveva il suo ed era gestito dalla società Galli-Rossi e C.

Un’unica linea: Pracchia-Pievepelago con quattro corse giornaliere, due di andata e altrettante di ritorno.

Di queste una era limitata limitata a Casotti di Cutigliano mentre l’altra proseguiva fino al capolinea.

L’orario del 1930
Un servizio integrato e di supporto alla ferrovia, con le vetture che attendevano l’arrivo dei treni provenienti da Firenze e da Bologna.

Le fermate intermedie erano: Pontepetri, Bardalone, Limestre, San Marcello, Mammiano, Ponte la Lima, Boscolungo (Abetone), Le Mandriole e Ghiacciaio (Fiumalbo).

Un vero e proprio viaggio di ben sei ore, compresa la sosta, attraverso la Montagna Pistoiese, percorrendo buona parte della strada postale regia modenese ancora impolverata.

Si pagava una tariffa chilometrica fissata in 0,15 lire.

Presto fatto i conti: per arrivare San Marcello, lunghezza 13 km, occorreva sborsare 1 lira e 95 centesimi, per raggiungere Cutigliano circa 21 km ci volevano 3 lire e 15 centesimi, per Boscolungo, la notorietà dell’Abetone ancora non era conclamata, occorrevano, per 28 km, 5 lire e 10 centesimi che salivano a 6 e 75 per raggiungere Pievepelago distante 45 km da Pracchia.

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