venerdì 22 febbraio 2019

SCAFFAIOLO 1878: E DOPO LA FESTA IL RIENTRO A CUTIGLIANO

Arriva a termine l’avventura di Fra Fazio con il prezioso aiuto dei somarelli, tra panorami di montagne e di vallate che non hanno riscontro altro che nella Svizzera

Discesa dal lago con il somarello
LAGO SCAFFAIOLO. Si conclude l’avventura di Fra Fazio sui monti del pistoiese arrivato al Lago Scaffaiolo per l’inaugurazione del primo rifugio dell’Appennino tosco-emiliano.

La prima parte della cronaca con il racconto dell’ascensione San Marcello-Gavinana-Lago, è pubblicato in: Scaffaiolo 1878. «Che c’è molto per arrivare al Lago?».

La descrizione dell’allegra festa si trova in: Scaffaiolo 1878: la banda, i somari e gli alpinisti di “gamba poco svelta”.

Per la descrizione del rifugio leggi: Il primo rifugio del Lago Scaffaiolo del 1878.

Dopo fanfare e ragli e le immancabili orazioni delle autorità e dei politici di turno la cerimonia di inaugurazione del rifugio del Lago Scaffaiolo giunge al termine e Fra Fazio e compagni prendono la via del rientro scendendo dal versante che porta a Cutigliano, non prima però di essersi rifocillati.

«Per oggi la capanna è ridotta ad una specie di trattoria economica.

Rifugio Duca degli Abruzzi anni ‘20
Il Tonarelli, proprietario dell’albergo del Cappel d’Orlando a Cutigliano, ha preso l’incarico di rifocillare gli affaticati viaggiatori, e dispensa caffè caldo, vino, pane, salame, liquori che vengono distrutti con quella voracità che è una conseguenza naturale dell’aria fine e del lungo tragitto.

La cerimonia finisce così al suono delle musiche, e, quando tutti si sono alquanto rifocillati, incomincia la discesa del monte dalla parte che mena a Cutigliano.

Poco sotto il Lago Scaffaiolo nel pendio della valle in mezzo alla quale scorre con rapidità precipitosa il torrente Volata comincia l’erba; ce ne sono dei bei praticelli verdi come lo smeraldo, bagnati dall’acqua che scorre in certi rigagnoli nascosti nell’erba.

Cotesti rigagnoli... clandestini, costituivano tanti attentati contro le gambe dei poveri viaggiatori e la loro prima vittima fu Fra Fazio che ne uscì con una tal distrazione ad un piede da non poter più andare avanti.

Lago Scaffaiolo, ma il rifugio dov'è?
Per giungere a Cutigliano ci volle l’aiuto d’un ottimo somarello, la scorta di un buon montagnolo e la cura affettuosa dell’amico Fucini.

Quel somarello era un portento d’intelligenza ed io per un sentimento di riconoscenza mi ribello a chi nega a quelle povere bestie cotesto sentimento.

Bisogna vedere con che cura sceglieva i viottoli meno ripidi, con che prudenza traversava profonde e scoscese vallate, torrentelli impetuosi, e rimontava lungo i fianchi di montagne sull’orlo di terribili precipizi!

La strada dal Lago Scaffaiolo a Cutigliano, che si chiama strada tanto per fare, giacchè non è altro che un viottolo tortuoso, ripido, ingombro di massi, che segue talvolta il corso di torrenti, è oltremodo pittoresca; ci sono situazioni ammirabili, dei panorami di montagne e di vallate che non hanno riscontro altro che nella Svizzera, il paese pittoresco per eccellenza.

Il vertice di un monte che sta al disopra di Cutigliano, e dal quale si scorge l’immensa vallata della Lima, colle montagne che la chiudono, il Sestaione col suo magnifico ponte, il poggio dell’Abetone, i monti dei Bagni di Lucca e qualche cosa di sublimemente bello.

Cutigliano
Dopo 3 ore e mezzo si giunge a Cutigliano dopo essere passati da un casale eretto sulle rovine dell’antica Cornia, che difendeva Cutigliano e chiudeva la strada della montagna.

Cutigliano è un paesetto graziosissimo ed elegante, e può dirsi senza eccezione uno dei più belli della montagna.»

Dopo un ulteriore banchetto e cerimonia nella “gran sala del palazzo pretorio” con un “diluvio de’ brindisi” e una profusione di discorsi dove si parla di tutto e di tutti da Catilina a Ferruccio non senza ricordare il capitan Mattana, giunge l’ora di incamminarsi quasi a buio per Pracchia dove prendere il treno e rientrare in città.

«Col nostro addio alle montagne pistoiese parte dal cuore anche un saluto sincero ed un ringraziamento agli ottimi abitanti di quelle storiche e pittoresche contrade che festevoli accoglienze e di ospitalità cortesissima ci fecero.»
Fra Fazio

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