Un toponimo curioso e suggestivo per indicare un rilievo montuoso dove il maligno lasciò la sua impronta
APPENNINO PISTOIESE. Pedata del Diavolo un toponimo curioso
e suggestivo per indicare un rilievo montuoso di 1662 metri sul
livello del mare dei monti appenninici del Comune di San
Marcello-Piteglio.
Si raggiunge facilmente dalla ex-località sciistica di Pratorsi
sopra Gavinana o dalla Casetta Pulledrari di Maresca , entrambe
dotate di rifugi, purtroppo chiusi ed in precarie condizioni.
Arrivati ad un altro rifugio, questo sì aperto e funzionante, del
Montanaro gestito dal Cai di Maresca si procede in direzione nord e
poco dopo si giunge sulla sommità della “Pedata”, luogo da cui
si può godere di un panorama di incomparabile bellezza, spostandosi
un poco più in alto, verso il Monte Gennaio e se le condizioni di
tempo sono favorevoli, si potrà assistere allo “spettacolo dei due
Mari”, con la visione in lontananza del Mar Tirreno e di quello
Adriatico.
Nei paraggi, un altro “monticello” con un nome non meno
suggestivo che rimanda a tempi antichi e vicende oscure: il Poggio
dei Malandrini, luogo ideale per fare i mirtilli, piuri, o come si
dice da queste parti i “baggioli”.
Dirigendo lo sguardo verso nord, eccola lì, la “pedata”,
imponente, brulla e scoscesa con una conformazione a triangolo
rovesciato, che rimanda all’opera del maligno.
Povero diavolo, sempre tirato in ballo dalla fervida fantasia
popolare per spiegare in maniera colorita fenomeni bizzarri,
apparentemente inspiegabili o opere ardite come i famosi ponti.
E anche in questo caso non mancano le leggende, come tutte curiose
ed, essendo in Toscana, anche pungenti.
Si narra che il diavolo sceso in terra per spaventare i poveri
diavoli di queste povere terre, s’affacciò sulla valle
dell’Orsigna con fare terribile e minaccioso, ma alla vista degli
abitanti cattivi e terribili quanto e più dei diavoli, ne rimase
talmente terrorizzato che, per ironia di contrappasso, venuto per far
paura si impaurì lui stesso e fuggì da questi monti a gambe levate.
Nell’impeto della corsa una sua grossa impronta si impresse
indelebilmente sul terreno a testimonianza del suo passaggio e ancor
oggi qui filo d’erba non cresce.
Al seguente link è possibile scaricare l’opuscolo realizzato
per l’ex-Comunità Montana Appennino Pistoiese da Fabio Nesti,
Roberto Recati e con i disegni di Laura Arcangeli: Itinerario della
Pedata del Diavolo.
Le due cartoline che ritraggono la Pedata del Diavolo sono tratte
da “Archivio foto storiche della montagna” del Cai Maresca ai
seguenti link:
Si ringrazia per la gentile concessione.
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