Monumento a Francesco Ferrucci, primi anni ’20 |
La tradizione orale fornisce una curiosa quanto gustosa ricostruzione della storia, fornendo la “vera” motivazione del perché il cavallo venne orientato con il muso verso San Marcello e il...
Siamo nel 1920, i trasporti da e verso la montagna avvengono ancora utilizzando carri e carrozze trainati da cavalli.
Lungo i percorsi del tempo erano diffuse le così dette “stazioni di posta”, luoghi dove dar ristoro agli animali o dove effettuare, quando il percorso era particolarmente irto e difficoltoso, il così detto “trapelo”
L’operazione consisteva nell’affiancare ai cavalli stanchi altrettanti freschi, aiutandoli nel traino.
Il trasporto dell’imponente statua di bronzo, fusa nelle fonderie Lippi di Pistoia, fu lungo e difficile dato il dislivello e il carico da portare a destinazione.
Il convoglio arrivato a Bardalone sostò brevemente alla stazione di posta, ubicata all’inizio dell’ultima salita che conduce al passo dell’Oppio.
Qui venne chiesto il trapelo, ma inspiegabilmente venne negato e le povere bestie, già provate dal lungo viaggio, dovettero affrontare da sole, contando solo sulle residue forze, anche l’ultimo tratto di salita fino al passo dell’Oppio.
Arrivati finalmente a destinazione, in piazza a Gavinana, non vi furono dubbi su come posizionare la statua: il muso venne orientato verso San Marcello e il culo verso Bardalone.
Nella foto: Monumento a Francesco Ferrucci dello scultore Gallori, primi anni ’20 del secolo scorso.
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